La tesi si propone di studiare il funzionamento di tre ricoveri per mendicanti attivi nella seconda metà del XVII secolo, ponendo in luce le pratiche rieducative utilizzate nei confronti dei ricoverati e il ruolo rivestito dal lavoro al loro interno. I casi studio presi in analisi sono: l'Ospedale dei mendicanti di Bologna, fondato nel 1563, l'Ospedale di San Lazzaro dei mendicanti di Venezia del 1591 e l'Albergo dei poveri di Genova realizzato a partire dal 1656. La scelta è stata effettuata prendendo in considerazione sia la scarsa letteratura sul tema, sia la rilevanza storica rivestita da questi enti nel panorama degli studi sull'assistenza in età moderna. Se gli Ospedali dei mendicanti di Bologna e di Venezia rappresentano i primi casi italiani di istituzioni preposte all'internamento dei miserabili, l'Albergo dei poveri genovese è considerato il prototipo di quella che può essere interpretata come una seconda generazione di questa tipologia di istituti. Ad oggi la storiografia si è interrogata soprattutto sulla bontà delle tesi focaultiane inerenti la repressione di ogni forma di devianza tralasciando, tuttavia, di occuparsi dell'organizzazione pratica e amministrativa di questi enti. L'arco cronologico individuato (seconda metà del XVII secolo - primi trent'anni del XVIII) consente di evidenziare i mutamenti di mentalità avvenuti nel corso del Seicento nei confronti dei poveri, evidenziando di conseguenza le differenze tra il modello proposto dagli Ospedali dei mendicanti e quello dell'Albergo dei poveri. Uno degli scopi principali degli Ospedali dei mendicanti era, da statuto fornire ai ricoverati un bagaglio di conoscenze teoriche e pratiche che consentisse di reinserirsi nella società civile. In questo contesto rivestivano un ruolo nevralgico tutte quelle forme di lavoro che i mendicanti dovevano svolgere all'interno o all'esterno dell'Ospedale. A seconda dell'età e del sesso venivano attuati diversi percorsi formativi: i ragazzi di sesso maschile potevano essere mandati a bottega ad imparare un mestiere, mentre le femmine a servire nelle case. Coloro che rimanevano nell'istituto dovevano svolgere compiti di basso servizio, come la pulizia delle stanze, la preparazione dei cibi e la sorveglianza alle porte dell'Ospedale, ed erano impiegati all'interno delle manifatture tessili. La tesi è composta da sei capitoli divisibili tematicamente in tre nuclei tematici (vedi indice provvisorio in allegato): i primi due capitoli sono dedicati all'inquadramento istituzionale, il quarto alle categorie di soggetti accolti mentre gli ultimi tre al lavoro svolto dai ricoverati.

Internare per rieducare. I ricoveri per mendicanti a Bologna, Venezia e Genova (secc. XVII-XVIII) / Ferrando, Francesca. - (2020 Jun 19).

Internare per rieducare. I ricoveri per mendicanti a Bologna, Venezia e Genova (secc. XVII-XVIII)

Ferrando, Francesca
2020

Abstract

La tesi si propone di studiare il funzionamento di tre ricoveri per mendicanti attivi nella seconda metà del XVII secolo, ponendo in luce le pratiche rieducative utilizzate nei confronti dei ricoverati e il ruolo rivestito dal lavoro al loro interno. I casi studio presi in analisi sono: l'Ospedale dei mendicanti di Bologna, fondato nel 1563, l'Ospedale di San Lazzaro dei mendicanti di Venezia del 1591 e l'Albergo dei poveri di Genova realizzato a partire dal 1656. La scelta è stata effettuata prendendo in considerazione sia la scarsa letteratura sul tema, sia la rilevanza storica rivestita da questi enti nel panorama degli studi sull'assistenza in età moderna. Se gli Ospedali dei mendicanti di Bologna e di Venezia rappresentano i primi casi italiani di istituzioni preposte all'internamento dei miserabili, l'Albergo dei poveri genovese è considerato il prototipo di quella che può essere interpretata come una seconda generazione di questa tipologia di istituti. Ad oggi la storiografia si è interrogata soprattutto sulla bontà delle tesi focaultiane inerenti la repressione di ogni forma di devianza tralasciando, tuttavia, di occuparsi dell'organizzazione pratica e amministrativa di questi enti. L'arco cronologico individuato (seconda metà del XVII secolo - primi trent'anni del XVIII) consente di evidenziare i mutamenti di mentalità avvenuti nel corso del Seicento nei confronti dei poveri, evidenziando di conseguenza le differenze tra il modello proposto dagli Ospedali dei mendicanti e quello dell'Albergo dei poveri. Uno degli scopi principali degli Ospedali dei mendicanti era, da statuto fornire ai ricoverati un bagaglio di conoscenze teoriche e pratiche che consentisse di reinserirsi nella società civile. In questo contesto rivestivano un ruolo nevralgico tutte quelle forme di lavoro che i mendicanti dovevano svolgere all'interno o all'esterno dell'Ospedale. A seconda dell'età e del sesso venivano attuati diversi percorsi formativi: i ragazzi di sesso maschile potevano essere mandati a bottega ad imparare un mestiere, mentre le femmine a servire nelle case. Coloro che rimanevano nell'istituto dovevano svolgere compiti di basso servizio, come la pulizia delle stanze, la preparazione dei cibi e la sorveglianza alle porte dell'Ospedale, ed erano impiegati all'interno delle manifatture tessili. La tesi è composta da sei capitoli divisibili tematicamente in tre nuclei tematici (vedi indice provvisorio in allegato): i primi due capitoli sono dedicati all'inquadramento istituzionale, il quarto alle categorie di soggetti accolti mentre gli ultimi tre al lavoro svolto dai ricoverati.
19-giu-2020
storia dell'assistenza; welfare, Repubblica di Genova; ospedale dei mendicanti; alberghi dei poveri; manifatture.
Internare per rieducare. I ricoveri per mendicanti a Bologna, Venezia e Genova (secc. XVII-XVIII) / Ferrando, Francesca. - (2020 Jun 19).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3425912
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