The dissertation entitled “The criminal concept of honour: for a relational interpretation of the protected legal good” has as subject the opposed conceptions of “legal good” elaborated within the “living law”, with a particular deepening around crimes against the honour. The aim of the work is not actually to make a systematic and exhaustive excursus of all the several conceptions elaborated around this matter by the criminal science; the intention is really to consider some profiles of general theory of the crime emerged from some judicial cases and from some doctrinal trends, looking for the real content of the legal protected by the criminal law. The first part the dissertation concerns a critical review of the theories according to which the “legal good” should be identified with the littera legis, the ratio legis and the voluntas legis; in particular, some objections are raised against an “a posteriori” approach to the theme of legal good, which postulates, as theoretical starting basis, the outputs of the interpretative process and, therefore, substantially it sends back to “ius conditium” in order to find the essential features of the protected legal good. Moreover it is analysed the tendency to diminish the legal good to a simple result of the process of classification in clusters and sub-clusters of crimes, in line with a slavish compliance to the taxonomy and topography of the criminal code. In particular the “classificatory” notion of “legal good” is subject to critical investigation with reference to two specific themes: concurrent or consecutive sentence and the principle of speciality; the identification of the person offended by crime, referring to the appeal against the request to dismiss the case. In the final part of the first chapter, finally, at the light of the before mentioned interpretations, a interlocutory conclusion is formulated: the essence of crime could reside in the subjective/personal breaking down of an relational order, more than in the violation of an objective/material order. Such an assumption is underpinned, from one side by a comparison between tort and crime, from another side by an investigation on the role of “legal good” within the current criminal system. In the second chapter a specific analysis of the honour is carried out. It is illustrated the origin of this legal good, grown within the doctrine and the jurisprudence (particularly the factual conception and the normative one); at the end, it is proposed a description of the honour in genuinely relational terms, via the enhancement of the existential contest and situation within which the crime is committed.

Il lavoro dal titolo “Il concetto penalistico di «onore»: per una concezione «relazionale» del bene giuridico tutelato” ha ad oggetto le contrapposte concezioni del concetto di “bene giuridico” elaborate in seno al diritto vivente, con uno specifico approfondimento in tema di reati contro l’onore. Lo scopo dell’indagine consiste non tanto nel procedere ad un excursus sistematico ed esaustivo di tutte le differenti concezioni elaborate in subiecta materia dalla scienza penalistica, quanto nel tematizzare alcuni profili di teoria generale del reato affioranti da talune pronunce giurisprudenziali e da alcuni filoni dottrinali, alla ricerca del reale contenuto del bene giuridico protetto dal diritto penale. Nella prima parte della dissertazione vengono sottoposte a vaglio critico le tesi secondo le quali il bene giuridico dovrebbe identificarsi con la littera legis, la ratio legis e la voluntas legis; in particolare, vengono mosse alcune obiezioni ad un approccio a posteriori al tema dell’oggettività giuridica, il quale postuli, come base teorica di partenza, le “risultanze” del procedimento interpretativo e, dunque, faccia sostanziale rinvio allo ius conditum al fine di rinvenire i caratteri essenziali del bene giuridico tutelato. Inoltre, viene analizzata la tendenza a ridurre l’oggettività giuridica a mero esito del procedimento di classificazione dei reati in famiglie e sotto-famiglie di illeciti penali, in pedissequo ossequio della “tassonomia” e “topografia” codicistica; in particolare, la nozione “classificatoria” di bene giuridico viene sottoposta ad indagine critica in relazione a due specifici ambiti normativi, l’uno di natura sostanziale (il concorso di reati ed il principio di specialità), l’altro di natura processuale (l’individuazione della persona offesa dal reato, ai fini della opposizione alla richiesta di archiviazione). Nell’ultima parte del primo capitolo, infine, alla luce degli approdi interpretativi menzionati, viene formulata una conclusione interlocutoria, in base alla quale l’essenza della penalità non risiederebbe tanto nella violazione di un ordine di natura oggettivo-materiale, quanto nella rottura soggettivo-personale di un ordine di natura relazionale; un siffatto assunto viene suffragato da un lato sulla scorta di un confronto tra illecito civile ed illecito penale, dall’altro sulla base di un’indagine relativa al ruolo del bene giuridico tutelato all’interno del sistema penale vigente. Nel secondo capitolo della dissertazione viene svolta una specifica indagine relativa al bene giuridico dell’onore; vengono brevemente illustrate le concezioni di tale oggettività giuridica maturate in seno alla dottrina ed alla giurisprudenza (in particolare la concezione fattuale e quella normativa); in conclusione, viene proposta una ricostruzione del bene dell’onore in termini autenticamente relazionali, mediante la valorizzazione del contesto e della situazione esistenziale nella quale si colloca il fatto di reato.

Il concetto penalistico di "onore": per una concezione "relazionale" del bene giuridico tutelato / Civello, Gabriele. - (2009 Jan).

Il concetto penalistico di "onore": per una concezione "relazionale" del bene giuridico tutelato

Civello, Gabriele
2009

Abstract

Il lavoro dal titolo “Il concetto penalistico di «onore»: per una concezione «relazionale» del bene giuridico tutelato” ha ad oggetto le contrapposte concezioni del concetto di “bene giuridico” elaborate in seno al diritto vivente, con uno specifico approfondimento in tema di reati contro l’onore. Lo scopo dell’indagine consiste non tanto nel procedere ad un excursus sistematico ed esaustivo di tutte le differenti concezioni elaborate in subiecta materia dalla scienza penalistica, quanto nel tematizzare alcuni profili di teoria generale del reato affioranti da talune pronunce giurisprudenziali e da alcuni filoni dottrinali, alla ricerca del reale contenuto del bene giuridico protetto dal diritto penale. Nella prima parte della dissertazione vengono sottoposte a vaglio critico le tesi secondo le quali il bene giuridico dovrebbe identificarsi con la littera legis, la ratio legis e la voluntas legis; in particolare, vengono mosse alcune obiezioni ad un approccio a posteriori al tema dell’oggettività giuridica, il quale postuli, come base teorica di partenza, le “risultanze” del procedimento interpretativo e, dunque, faccia sostanziale rinvio allo ius conditum al fine di rinvenire i caratteri essenziali del bene giuridico tutelato. Inoltre, viene analizzata la tendenza a ridurre l’oggettività giuridica a mero esito del procedimento di classificazione dei reati in famiglie e sotto-famiglie di illeciti penali, in pedissequo ossequio della “tassonomia” e “topografia” codicistica; in particolare, la nozione “classificatoria” di bene giuridico viene sottoposta ad indagine critica in relazione a due specifici ambiti normativi, l’uno di natura sostanziale (il concorso di reati ed il principio di specialità), l’altro di natura processuale (l’individuazione della persona offesa dal reato, ai fini della opposizione alla richiesta di archiviazione). Nell’ultima parte del primo capitolo, infine, alla luce degli approdi interpretativi menzionati, viene formulata una conclusione interlocutoria, in base alla quale l’essenza della penalità non risiederebbe tanto nella violazione di un ordine di natura oggettivo-materiale, quanto nella rottura soggettivo-personale di un ordine di natura relazionale; un siffatto assunto viene suffragato da un lato sulla scorta di un confronto tra illecito civile ed illecito penale, dall’altro sulla base di un’indagine relativa al ruolo del bene giuridico tutelato all’interno del sistema penale vigente. Nel secondo capitolo della dissertazione viene svolta una specifica indagine relativa al bene giuridico dell’onore; vengono brevemente illustrate le concezioni di tale oggettività giuridica maturate in seno alla dottrina ed alla giurisprudenza (in particolare la concezione fattuale e quella normativa); in conclusione, viene proposta una ricostruzione del bene dell’onore in termini autenticamente relazionali, mediante la valorizzazione del contesto e della situazione esistenziale nella quale si colloca il fatto di reato.
gen-2009
The dissertation entitled “The criminal concept of honour: for a relational interpretation of the protected legal good” has as subject the opposed conceptions of “legal good” elaborated within the “living law”, with a particular deepening around crimes against the honour. The aim of the work is not actually to make a systematic and exhaustive excursus of all the several conceptions elaborated around this matter by the criminal science; the intention is really to consider some profiles of general theory of the crime emerged from some judicial cases and from some doctrinal trends, looking for the real content of the legal protected by the criminal law. The first part the dissertation concerns a critical review of the theories according to which the “legal good” should be identified with the littera legis, the ratio legis and the voluntas legis; in particular, some objections are raised against an “a posteriori” approach to the theme of legal good, which postulates, as theoretical starting basis, the outputs of the interpretative process and, therefore, substantially it sends back to “ius conditium” in order to find the essential features of the protected legal good. Moreover it is analysed the tendency to diminish the legal good to a simple result of the process of classification in clusters and sub-clusters of crimes, in line with a slavish compliance to the taxonomy and topography of the criminal code. In particular the “classificatory” notion of “legal good” is subject to critical investigation with reference to two specific themes: concurrent or consecutive sentence and the principle of speciality; the identification of the person offended by crime, referring to the appeal against the request to dismiss the case. In the final part of the first chapter, finally, at the light of the before mentioned interpretations, a interlocutory conclusion is formulated: the essence of crime could reside in the subjective/personal breaking down of an relational order, more than in the violation of an objective/material order. Such an assumption is underpinned, from one side by a comparison between tort and crime, from another side by an investigation on the role of “legal good” within the current criminal system. In the second chapter a specific analysis of the honour is carried out. It is illustrated the origin of this legal good, grown within the doctrine and the jurisprudence (particularly the factual conception and the normative one); at the end, it is proposed a description of the honour in genuinely relational terms, via the enhancement of the existential contest and situation within which the crime is committed.
bene giuridico; onore; diritto penale
Il concetto penalistico di "onore": per una concezione "relazionale" del bene giuridico tutelato / Civello, Gabriele. - (2009 Jan).
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