The thesis here presented after the three year PhD programme analyzes the criminal repression of the paedophilia from a comparative point of view. The work is developed in three chapters that concern respectively the international laws, the Italian legislation on paedopornography and, lastly, a comparative analysis of foreign legislation. The first chapter contains a deep analysis of the so called “International child law”, which concretely means the corpus of all the international legislative initiative taken in the last years. In this part the work is focused on the relationship between national and international law, and the tendency to proceed to harmonize the crimes related child abuse, in order to have a uniform protection against these transnational crime. The core of the discipline can be found in the definition of the commercial sexual exploitation of the children as the basis crime, surrounded by the child pornography and the sexual tourism. This harmonization process are made difficult by the abstract nature of the protected interests such as sexual morality, sexual development that might clash against basic rights such as the freedom of expression and thought. The transnational attitude of the crime imposes to focus on the laws against organized criminality, and the importance of Internet as an “instrument” for committing the crime creates complicated dogmatic problems such as the liability of the providers. This part of the research ends with the analysis of the Council framework decision on the European arrest warrant, a cooperation instrument relevant for this kind of crimes. In the second chapter of the work is examined the Italian legislation, its relationship with the international legislation, the law n. 269 of 3 august 1998 which introduced the artt. 600 bis and ss. in the Penal code. The insertion in that that specific part of the code wants to underline the relationship between this crimes and the category of slavery and human being trade. This part of the work considers several problems of interpretation, the abandon of the territoriality principal for the prosecution of the crimes of paedophilia and on the individuation of the exact interest protected by the judicial laws. Proceeding with the exegesis of the laws, it’s clarified the notion of victim, and the single characters of the crime. For showing how the laws work in practice two decisions are analyzed, especially about the definition of “sexual tourism”. The fight against paedophilia does not involve just substantial law but also the criminal procedure, especially on arrest, on the possibility of benefit on plea-bargain and the already mentioned European arrest warrant. The third chapter focus on foreign legislation, especially the Spanish one, with a comparative approach that allows to find common features on this delicate subject. In Common law countries such as USA and Canada, for example, several constitutional questions arose, especially on issues such as constitutional guarantees, freedom of speech and privacy. The Spanish system is very close to the Italian one, preventive and punishing measures taken resembles a lot with those introduced in Italy. That is a direct consequence of the process of harmonization that is characterizing this subject, considered everyday more from its transnational point of view. The activities of this criminal organizations that make profit of the sexual exploitation of children and uses Internet a diffuser, need to be fought with a shared and effective “international judiciary space” and with the establishment of means of cooperation that make easier to intercept this criminal conducts.

La tesi di dottorato che si presenta al termine del triennio di dottorato ha per oggetto “La repressione penale della pedofilia: profili comparatistici”. Il lavoro si sviluppa su tre capitoli che riguardano, rispettivamente, l’analisi della normativa internazionale, la legislazione penale italiana di lotta alla pedopornografia infantile ed, infine, un’analisi comparatistica della normativa straniera in tema di prevenzione e repressione della pedofilia. Nel primo capitolo, l’analisi muove da una approfondita disamina di quello che viene opportunamente definito “delitto internazionale dei minori”, ciò che consente alla dottoranda di compiere una rassegna critica delle numerose iniziative sovranazionali progressivamente adottate a partire dal 1989. In questa parte del lavoro, si mette in luce come si ponga un problema di rapporti tra obblighi sovranazionali di tutela e loro trasposizione in testi di legge statali che introducano fattispecie incriminatici quanto più possibile allineate, per contrastare un fenomeno criminoso tipicamente transnazionale. Di qui, l’osservazione della enucleazione di incriminazione-tipo come lo sfruttamento sessuale dei minori a fini commerciali, l’utilizzazione, in genere, di materiale pedopornografico, la controversa fattispecie della mera detenzione di tale materiale, nonché le più moderne figure del turismo sessuale e della pornografia virtuale. Queste ultime, tipica espressione di forme di allineamento della legislazione penale su iniziativa degli organi sovranazionali. Ne emerge un quadro in cui assumono notevole rilevanza problemi di tecnica legislativa relazionati a beni giuridici talvolta sfuggenti quali lo sviluppo sessuale dei minori, la moralità sessuale, che entrano in perenne conflitto con interessi anche costituzionalmente tutelati quali la libertà di manifestazione del pensiero. Il fenomeno criminoso viene, oltretutto, esaminato dal punto di vista delle misure internazionali adottate contro la criminalità organizzata che abbia come scopo lo sfruttamento commerciale dei minori per fini pedopornografici. Problema che riguarda anche la responsabilità penale dei providers e degli operatori attivi sulle reti telematiche che sottolineano la spinta internazionalizzazione di tale fenomeno criminoso. Questa parte della ricerca si completa con l’analisi della Decisione Quadro sul mandato d’arresto europeo, strumento di cooperazione giudiziaria in ambito europeo che riguarda anche lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pornografia minorile. Nel secondo capitolo della tesi, si prende in esame l’adattamento della legislazione nazionale italiana alla normazione sovranazionale, attraverso la Legge fondamentale in materia n. 269 del 3 agosto 1998, che ha introdotto le disposizioni degli artt. 600 bis e seguenti nel corpo del Codice Penale. Subito si mette in luce la non casuale topografia di queste fattispecie incriminatici, inserite subito dopo la riduzione in schiavitù, con il chiaro intento, da parte del Legislatore italiano, di inquadrarle nel più ampio crimine della tratta sessuale di donne e minori. Per meglio esemplificare tale concetto, è stata richiamata anche un’importante pronuncia delle Sezioni Unite Penali che chiarisce la nozione di riduzione in schiavitù, la quale può essere utilizzata anche nei reati in questione. Il lavoro, in questa sezione, prende in esame una serie di problemi di interpretazione normativa, quali il superamento del principio di territorialità nelle incriminazioni della pedopornografia e pedofilia, proseguendo con una serie di considerazioni in ordine all’individuazione del bene giuridico tutelato, alla spiegazione della nozione di fanciullo e minore come soggetti suscettibili di tutela, e si conclude con una valutazione della posizione dei protagonisti della vicenda delittuosa, affrontando tutti i profili di struttura e funzione delle singole fattispecie incriminatrici. Molto importante, in questo capitolo, è anche l’esame di alcuni aspetti applicativi della legge sulla pedofilia, con particolare riferimento ad alcune pronunce dei giudici di merito e di legittimità, specialmente sul concetto di turismo sessuale: è possibile notare un approfondimento specifico su quello che viene definito “inasprimento della tutela attraverso alcuni istituti processuali”, tra cui le deroghe alla disciplina dell’arresto, i casi di esclusione dal patteggiamento, nonché l’adattamento della legislazione interna delle disposizioni sul mandato d’arresto europeo in materia di pedofilia e pedopornografia. Il terzo ed ultimo capitolo della tesi si occupa della legislazione straniera con particolare riferimento all’ordinamento spagnolo. L’approccio comparatistico è servito per individuare possibili costanti nella disciplina penale della pedopornografia, confrontando le esperienze giuridico penali di vari Paesi. Non è, quindi, del tutto sorprendente che rispetto a Paesi a tradizione di common law come gli Stati Uniti ed il Canada, siano state poste questioni di legittimità costituzionale su temi quali il bilanciamento di interessi tra tutela del minore e altre garanzie costituzionali, come il diritto alla privacy e alla libertà di pensiero. Invece, rispetto alle misure preventivo sanzionatorie adottate in Spagna contro i delitti di pornografia infantile si registrano notevoli convergenze con il sistema penale italiano sia dal punto di vista delle tecniche di incriminazione, che dei profili applicativi. Questo dato di fatto – come viene esattamente individuato – è indice dello sforzo che i Legislatori nazionali stanno compiendo nell’adattamento delle proprie legislazioni, relativo alle misure di contrasto alla pedopornografia. Vi è, infatti, sempre maggiore consapevolezza che questo fenomeno delittuoso, segnato da caratteri di transnazionalità e proprio delle attività delle organizzazioni criminali, non può che essere sconfitto che attraverso due metodi precisi: la creazione di una normazione allineata in un ampio spazio giudiziario internazionale, e la predisposizione di avanzati strumenti di cooperazione giudiziaria contro il crimine, con particolare riferimento specialmente allo sfruttamento sessuale a fini commerciali, al turismo sessuale e all’utilizzazione di internet come mezzo di facilitazione e accelerazione nella commissione di questi reati.

La repressione penale della pedofilia: profili comparatistici / Pizzeghello, Silvia. - (2009 Feb 02).

La repressione penale della pedofilia: profili comparatistici.

Pizzeghello, Silvia
2009

Abstract

La tesi di dottorato che si presenta al termine del triennio di dottorato ha per oggetto “La repressione penale della pedofilia: profili comparatistici”. Il lavoro si sviluppa su tre capitoli che riguardano, rispettivamente, l’analisi della normativa internazionale, la legislazione penale italiana di lotta alla pedopornografia infantile ed, infine, un’analisi comparatistica della normativa straniera in tema di prevenzione e repressione della pedofilia. Nel primo capitolo, l’analisi muove da una approfondita disamina di quello che viene opportunamente definito “delitto internazionale dei minori”, ciò che consente alla dottoranda di compiere una rassegna critica delle numerose iniziative sovranazionali progressivamente adottate a partire dal 1989. In questa parte del lavoro, si mette in luce come si ponga un problema di rapporti tra obblighi sovranazionali di tutela e loro trasposizione in testi di legge statali che introducano fattispecie incriminatici quanto più possibile allineate, per contrastare un fenomeno criminoso tipicamente transnazionale. Di qui, l’osservazione della enucleazione di incriminazione-tipo come lo sfruttamento sessuale dei minori a fini commerciali, l’utilizzazione, in genere, di materiale pedopornografico, la controversa fattispecie della mera detenzione di tale materiale, nonché le più moderne figure del turismo sessuale e della pornografia virtuale. Queste ultime, tipica espressione di forme di allineamento della legislazione penale su iniziativa degli organi sovranazionali. Ne emerge un quadro in cui assumono notevole rilevanza problemi di tecnica legislativa relazionati a beni giuridici talvolta sfuggenti quali lo sviluppo sessuale dei minori, la moralità sessuale, che entrano in perenne conflitto con interessi anche costituzionalmente tutelati quali la libertà di manifestazione del pensiero. Il fenomeno criminoso viene, oltretutto, esaminato dal punto di vista delle misure internazionali adottate contro la criminalità organizzata che abbia come scopo lo sfruttamento commerciale dei minori per fini pedopornografici. Problema che riguarda anche la responsabilità penale dei providers e degli operatori attivi sulle reti telematiche che sottolineano la spinta internazionalizzazione di tale fenomeno criminoso. Questa parte della ricerca si completa con l’analisi della Decisione Quadro sul mandato d’arresto europeo, strumento di cooperazione giudiziaria in ambito europeo che riguarda anche lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pornografia minorile. Nel secondo capitolo della tesi, si prende in esame l’adattamento della legislazione nazionale italiana alla normazione sovranazionale, attraverso la Legge fondamentale in materia n. 269 del 3 agosto 1998, che ha introdotto le disposizioni degli artt. 600 bis e seguenti nel corpo del Codice Penale. Subito si mette in luce la non casuale topografia di queste fattispecie incriminatici, inserite subito dopo la riduzione in schiavitù, con il chiaro intento, da parte del Legislatore italiano, di inquadrarle nel più ampio crimine della tratta sessuale di donne e minori. Per meglio esemplificare tale concetto, è stata richiamata anche un’importante pronuncia delle Sezioni Unite Penali che chiarisce la nozione di riduzione in schiavitù, la quale può essere utilizzata anche nei reati in questione. Il lavoro, in questa sezione, prende in esame una serie di problemi di interpretazione normativa, quali il superamento del principio di territorialità nelle incriminazioni della pedopornografia e pedofilia, proseguendo con una serie di considerazioni in ordine all’individuazione del bene giuridico tutelato, alla spiegazione della nozione di fanciullo e minore come soggetti suscettibili di tutela, e si conclude con una valutazione della posizione dei protagonisti della vicenda delittuosa, affrontando tutti i profili di struttura e funzione delle singole fattispecie incriminatrici. Molto importante, in questo capitolo, è anche l’esame di alcuni aspetti applicativi della legge sulla pedofilia, con particolare riferimento ad alcune pronunce dei giudici di merito e di legittimità, specialmente sul concetto di turismo sessuale: è possibile notare un approfondimento specifico su quello che viene definito “inasprimento della tutela attraverso alcuni istituti processuali”, tra cui le deroghe alla disciplina dell’arresto, i casi di esclusione dal patteggiamento, nonché l’adattamento della legislazione interna delle disposizioni sul mandato d’arresto europeo in materia di pedofilia e pedopornografia. Il terzo ed ultimo capitolo della tesi si occupa della legislazione straniera con particolare riferimento all’ordinamento spagnolo. L’approccio comparatistico è servito per individuare possibili costanti nella disciplina penale della pedopornografia, confrontando le esperienze giuridico penali di vari Paesi. Non è, quindi, del tutto sorprendente che rispetto a Paesi a tradizione di common law come gli Stati Uniti ed il Canada, siano state poste questioni di legittimità costituzionale su temi quali il bilanciamento di interessi tra tutela del minore e altre garanzie costituzionali, come il diritto alla privacy e alla libertà di pensiero. Invece, rispetto alle misure preventivo sanzionatorie adottate in Spagna contro i delitti di pornografia infantile si registrano notevoli convergenze con il sistema penale italiano sia dal punto di vista delle tecniche di incriminazione, che dei profili applicativi. Questo dato di fatto – come viene esattamente individuato – è indice dello sforzo che i Legislatori nazionali stanno compiendo nell’adattamento delle proprie legislazioni, relativo alle misure di contrasto alla pedopornografia. Vi è, infatti, sempre maggiore consapevolezza che questo fenomeno delittuoso, segnato da caratteri di transnazionalità e proprio delle attività delle organizzazioni criminali, non può che essere sconfitto che attraverso due metodi precisi: la creazione di una normazione allineata in un ampio spazio giudiziario internazionale, e la predisposizione di avanzati strumenti di cooperazione giudiziaria contro il crimine, con particolare riferimento specialmente allo sfruttamento sessuale a fini commerciali, al turismo sessuale e all’utilizzazione di internet come mezzo di facilitazione e accelerazione nella commissione di questi reati.
2-feb-2009
The thesis here presented after the three year PhD programme analyzes the criminal repression of the paedophilia from a comparative point of view. The work is developed in three chapters that concern respectively the international laws, the Italian legislation on paedopornography and, lastly, a comparative analysis of foreign legislation. The first chapter contains a deep analysis of the so called “International child law”, which concretely means the corpus of all the international legislative initiative taken in the last years. In this part the work is focused on the relationship between national and international law, and the tendency to proceed to harmonize the crimes related child abuse, in order to have a uniform protection against these transnational crime. The core of the discipline can be found in the definition of the commercial sexual exploitation of the children as the basis crime, surrounded by the child pornography and the sexual tourism. This harmonization process are made difficult by the abstract nature of the protected interests such as sexual morality, sexual development that might clash against basic rights such as the freedom of expression and thought. The transnational attitude of the crime imposes to focus on the laws against organized criminality, and the importance of Internet as an “instrument” for committing the crime creates complicated dogmatic problems such as the liability of the providers. This part of the research ends with the analysis of the Council framework decision on the European arrest warrant, a cooperation instrument relevant for this kind of crimes. In the second chapter of the work is examined the Italian legislation, its relationship with the international legislation, the law n. 269 of 3 august 1998 which introduced the artt. 600 bis and ss. in the Penal code. The insertion in that that specific part of the code wants to underline the relationship between this crimes and the category of slavery and human being trade. This part of the work considers several problems of interpretation, the abandon of the territoriality principal for the prosecution of the crimes of paedophilia and on the individuation of the exact interest protected by the judicial laws. Proceeding with the exegesis of the laws, it’s clarified the notion of victim, and the single characters of the crime. For showing how the laws work in practice two decisions are analyzed, especially about the definition of “sexual tourism”. The fight against paedophilia does not involve just substantial law but also the criminal procedure, especially on arrest, on the possibility of benefit on plea-bargain and the already mentioned European arrest warrant. The third chapter focus on foreign legislation, especially the Spanish one, with a comparative approach that allows to find common features on this delicate subject. In Common law countries such as USA and Canada, for example, several constitutional questions arose, especially on issues such as constitutional guarantees, freedom of speech and privacy. The Spanish system is very close to the Italian one, preventive and punishing measures taken resembles a lot with those introduced in Italy. That is a direct consequence of the process of harmonization that is characterizing this subject, considered everyday more from its transnational point of view. The activities of this criminal organizations that make profit of the sexual exploitation of children and uses Internet a diffuser, need to be fought with a shared and effective “international judiciary space” and with the establishment of means of cooperation that make easier to intercept this criminal conducts.
pedofilia, abusi sui minori, pedopornografia, turismo sessuale, pedopornografia virtuale
La repressione penale della pedofilia: profili comparatistici / Pizzeghello, Silvia. - (2009 Feb 02).
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