This essay aims to deepen the existing antinomy between the "legal geometry" and the "juridical dialectics", with a specific reference to the category of the juridical interpretation. The issue takes its origin from a potential methodological difference: on one hand the formalist address, according to which the objectivity of a juridical text can be openly discovered only through the techniques established by the Law itself; on the other hand, the realist one, according to which the meaning of a normative text is produced (also) by the interpreter’s culture and values. The constant problematization of this still living alternative has finally produced transversal benefits for both the “Knowledge” and the “Know-How”. This happens by a focus on the validity and the usefulness of both the perspectives, if they are not made extreme and isolated, obviously. The thesis develops itself within two different parts: in the first one, through a framing by subjects, interpretation instruments and results, I tried to analytically describe the issue of the survey, at the same time proposing reflections likely able to stimulate old and new debates: these are the actual aim of my work, which do not foolishly aspire to create a system, but to contribute to a potential (even necessary) vivification. After the definition of the interpreter’s ideal-type (neither being limited to the positive law, nor exclusively proceeding by a mere sociological or only theoretically moral approach), in the second part – by the help of three reflections in the margins – I more concretely deepened what I argued before, using some Jurisprudence pronouncements: I did so by describing the consequences of the juridical formalism; by criticizing the uncontrolled use of the so-called “reasonableness” parameter; finally by using the concept itself of “Law”, the one more useful to describe its pathology.

Questa ricerca si propone di approfondire – con specifico riferimento alla categoria dell’interpretazione giuridica – l’antinomia esistente tra la “geometria legale” e la “dialettica giuridica”. Il lavoro prende le mosse proprio da una possibile diversità metodologica: da una parte l’indirizzo formalista, secondo cui l’oggettività di un testo giuridico può essere scoperta soltanto attraverso le tecniche stabilite dalla stessa legge; dall’altra uello realista secondo cui, invece, il significato di un testo normativo è generato (anche) dalla cultura e dai valori dell’interprete. L’oramai costante problematizzazione di questa ancora attuale alternativa, ha finito per produrre benefici trasversali, tanto per il “sapere” quanto per il “saper fare”. Lumeggiando la validità e spendibilità di entrambe le prospettive, a patto di non renderle estreme e, di conseguenza, isolate. La tesi si dipana in due parti: nella prima, attraverso una classificazione in ordine ai soggetti, ai mezzi e a i risultati dell’interpretazione, si è cercato di descrivere analiticamente l’oggetto della ricerca proponendo, nel contempo, riflessioni potenzialmente in grado di stimolare vecchi e nuovi dibattiti: vero scopo di queste pagine, che non nutrono la sciocca pretesa di creare un sistema, bensì ambiscono a concorrere ad una sua possibile, quanto necessaria, vivificazione. Dopo aver delineato la nostra ideale figura di interprete, che non considera esclusivamente il diritto positivo, né innerva il suo argomentare attraverso un mero approccio sociologico o solo astrattamente morale, nella parte seconda – con tre riflessioni a margine – si è cercato di approfondire in maniera più concreta, specialmente attraverso l’utilizzo di alcune pronunce giurisprudenziali, quanto in precedenza mostrato: descrivendo le conseguenze del formalismo giuridico; criticando l’utilizzo incontrollato del parametro della cosiddetta ragionevolezza; e, infine, analizzando il concetto stesso di diritto, che ci è sembrato possibile meglio cogliere attraverso la descrizione della sua patologia.

I limiti legali dell'interpretazione giuridica: tra geometria e dialettica(2011 Jan 24).

I limiti legali dell'interpretazione giuridica: tra geometria e dialettica.

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2011

Abstract

Questa ricerca si propone di approfondire – con specifico riferimento alla categoria dell’interpretazione giuridica – l’antinomia esistente tra la “geometria legale” e la “dialettica giuridica”. Il lavoro prende le mosse proprio da una possibile diversità metodologica: da una parte l’indirizzo formalista, secondo cui l’oggettività di un testo giuridico può essere scoperta soltanto attraverso le tecniche stabilite dalla stessa legge; dall’altra uello realista secondo cui, invece, il significato di un testo normativo è generato (anche) dalla cultura e dai valori dell’interprete. L’oramai costante problematizzazione di questa ancora attuale alternativa, ha finito per produrre benefici trasversali, tanto per il “sapere” quanto per il “saper fare”. Lumeggiando la validità e spendibilità di entrambe le prospettive, a patto di non renderle estreme e, di conseguenza, isolate. La tesi si dipana in due parti: nella prima, attraverso una classificazione in ordine ai soggetti, ai mezzi e a i risultati dell’interpretazione, si è cercato di descrivere analiticamente l’oggetto della ricerca proponendo, nel contempo, riflessioni potenzialmente in grado di stimolare vecchi e nuovi dibattiti: vero scopo di queste pagine, che non nutrono la sciocca pretesa di creare un sistema, bensì ambiscono a concorrere ad una sua possibile, quanto necessaria, vivificazione. Dopo aver delineato la nostra ideale figura di interprete, che non considera esclusivamente il diritto positivo, né innerva il suo argomentare attraverso un mero approccio sociologico o solo astrattamente morale, nella parte seconda – con tre riflessioni a margine – si è cercato di approfondire in maniera più concreta, specialmente attraverso l’utilizzo di alcune pronunce giurisprudenziali, quanto in precedenza mostrato: descrivendo le conseguenze del formalismo giuridico; criticando l’utilizzo incontrollato del parametro della cosiddetta ragionevolezza; e, infine, analizzando il concetto stesso di diritto, che ci è sembrato possibile meglio cogliere attraverso la descrizione della sua patologia.
24-gen-2011
This essay aims to deepen the existing antinomy between the "legal geometry" and the "juridical dialectics", with a specific reference to the category of the juridical interpretation. The issue takes its origin from a potential methodological difference: on one hand the formalist address, according to which the objectivity of a juridical text can be openly discovered only through the techniques established by the Law itself; on the other hand, the realist one, according to which the meaning of a normative text is produced (also) by the interpreter’s culture and values. The constant problematization of this still living alternative has finally produced transversal benefits for both the “Knowledge” and the “Know-How”. This happens by a focus on the validity and the usefulness of both the perspectives, if they are not made extreme and isolated, obviously. The thesis develops itself within two different parts: in the first one, through a framing by subjects, interpretation instruments and results, I tried to analytically describe the issue of the survey, at the same time proposing reflections likely able to stimulate old and new debates: these are the actual aim of my work, which do not foolishly aspire to create a system, but to contribute to a potential (even necessary) vivification. After the definition of the interpreter’s ideal-type (neither being limited to the positive law, nor exclusively proceeding by a mere sociological or only theoretically moral approach), in the second part – by the help of three reflections in the margins – I more concretely deepened what I argued before, using some Jurisprudence pronouncements: I did so by describing the consequences of the juridical formalism; by criticizing the uncontrolled use of the so-called “reasonableness” parameter; finally by using the concept itself of “Law”, the one more useful to describe its pathology.
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I limiti legali dell'interpretazione giuridica: tra geometria e dialettica(2011 Jan 24).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3427438
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