The Directive 96/71/EC of 16 December 1996 was created with the clear intent to define a precise set of rules to be observed by the undertaking within "the framework of the transnational provision of services, post workers […], to the territory of a Member State". In fact, it requires the Member States to ensure "by law, regulation or administrative provision, and/or by collective agreements or arbitration awards which have been declared universally applicable". Whatever is the law applicable to the employment relationship under the rules of private international law, it guarantees to posted workers the same conditions of the domestic workers, within the territories of a Member State. Such lapidary words would lead to the conclusions that the enactment of the directive has put an end to the phenomenon of the social dumping, but reality is far from this picture. Quoting an eminent scholar, the Court of Justice’s sentences- also known as the Laval Quartet- hold in evidence that "the strains to which the current regulatory framework for posting of workers is subject, in a context of divergent social and employment conditions among Member States and acute sensitivity about the perceived risks of social dumping and unfair competition" and secondly that "that the reach of the EU law extends to collective labour disputes". Based on the assumptions that, the EC has presented at least two bills aiming at improving the enforcement of the Directive 96/71 and, also at clarifying the operated collective rights "within the context of the freedom of establishment and the freedom to provide services". The present study has historically followed the path which led, firstly, to the enactment of the law, and, secondly, to the presentation of the eligible proposals. Moreover, an important section of this work intends to analyze the juridical framework concerning the rules about the transnational provision of services. Primarily, the paper focuses on the basic issues which emerged in over twenty years from the judgment as known as Rush Portuguesa, and then it examined the divergent EC’s proposals in order to verify their capability to face the manifested problems

La direttiva 96/71/CE del 16 dicembre 1996 nasce con il chiaro intento di definire un preciso quadro di regole da osservarsi qualora le imprese, nell’ambito "di una prestazione di servizi transnazionale, distacchino lavoratori […] nel territorio di uno Stato membro". Essa, infatti, fa obbligo agli Stati membri di provvedere affinché, qualunque sia la legislazione applicabile al rapporto di lavoro a norma delle regole di diritto internazionale privato, siano garantite ai lavoratori distaccati nei propri territori le stesse condizioni imposte, per quelli nazionali, da “disposizioni legislative, regolamentari o amministrative, e/o da contratti collettivi o da arbitrati dichiarati di applicazione generale” . Parole così lapidarie indurrebbero a pensare che dall’emanazione della stessa in poi non si possano essere più verificati fenomeni di dumping sociale. La realtà, come ai più è noto, è stata invece tutt’altra. Per usare le parole di un noto studioso le sentenze del cosiddetto quartetto Laval hanno evidenziato "le tensioni cui è soggetto l’attuale quadro normativo relativo al distacco dei lavoratori in un contesto di condizioni di lavoro e sociali divergenti fra Stati membri e la particolare sensibilità ai rischi di dumping sociale e concorrenza sleale percepiti", e dimostrato che "il campo di applicazione del diritto dell'UE si estende al contenzioso collettivo di lavoro". Sulla base di queste premesse la Commissione europea ha presentato, nel marzo del 2012, ben due proposte legislative tese, da un lato, a migliorare l’applicazione della direttiva 96/71 e, dall’altro, a chiarire quali siano i diritti collettivi azionabili "nel quadro della libertà di stabilimento e della libera prestazione di servizi". Il presente elaborato ha ripercorso le tappe che hanno portato in primis all’emanazione della direttiva distacco, ed in secundis alla presentazione delle suindicate proposte, e ciò non prima di aver chiarito il quadro giuridico in cui si inserisce tutta la legislazione concernente il rapporto di lavoro transnazionale. Lo scopo è stato evidenziare a chiare lettere tutte le problematiche che si sono palesate in oltre vent’anni per poi cercare di capire se davvero le proposte formulate dalla Commissione possano essere in grado di risolverli

Il distacco transnazionale dei lavoratori / Galletti, Marco. - (2013 Jan 31).

Il distacco transnazionale dei lavoratori

Galletti, Marco
2013

Abstract

La direttiva 96/71/CE del 16 dicembre 1996 nasce con il chiaro intento di definire un preciso quadro di regole da osservarsi qualora le imprese, nell’ambito "di una prestazione di servizi transnazionale, distacchino lavoratori […] nel territorio di uno Stato membro". Essa, infatti, fa obbligo agli Stati membri di provvedere affinché, qualunque sia la legislazione applicabile al rapporto di lavoro a norma delle regole di diritto internazionale privato, siano garantite ai lavoratori distaccati nei propri territori le stesse condizioni imposte, per quelli nazionali, da “disposizioni legislative, regolamentari o amministrative, e/o da contratti collettivi o da arbitrati dichiarati di applicazione generale” . Parole così lapidarie indurrebbero a pensare che dall’emanazione della stessa in poi non si possano essere più verificati fenomeni di dumping sociale. La realtà, come ai più è noto, è stata invece tutt’altra. Per usare le parole di un noto studioso le sentenze del cosiddetto quartetto Laval hanno evidenziato "le tensioni cui è soggetto l’attuale quadro normativo relativo al distacco dei lavoratori in un contesto di condizioni di lavoro e sociali divergenti fra Stati membri e la particolare sensibilità ai rischi di dumping sociale e concorrenza sleale percepiti", e dimostrato che "il campo di applicazione del diritto dell'UE si estende al contenzioso collettivo di lavoro". Sulla base di queste premesse la Commissione europea ha presentato, nel marzo del 2012, ben due proposte legislative tese, da un lato, a migliorare l’applicazione della direttiva 96/71 e, dall’altro, a chiarire quali siano i diritti collettivi azionabili "nel quadro della libertà di stabilimento e della libera prestazione di servizi". Il presente elaborato ha ripercorso le tappe che hanno portato in primis all’emanazione della direttiva distacco, ed in secundis alla presentazione delle suindicate proposte, e ciò non prima di aver chiarito il quadro giuridico in cui si inserisce tutta la legislazione concernente il rapporto di lavoro transnazionale. Lo scopo è stato evidenziare a chiare lettere tutte le problematiche che si sono palesate in oltre vent’anni per poi cercare di capire se davvero le proposte formulate dalla Commissione possano essere in grado di risolverli
31-gen-2013
The Directive 96/71/EC of 16 December 1996 was created with the clear intent to define a precise set of rules to be observed by the undertaking within "the framework of the transnational provision of services, post workers […], to the territory of a Member State". In fact, it requires the Member States to ensure "by law, regulation or administrative provision, and/or by collective agreements or arbitration awards which have been declared universally applicable". Whatever is the law applicable to the employment relationship under the rules of private international law, it guarantees to posted workers the same conditions of the domestic workers, within the territories of a Member State. Such lapidary words would lead to the conclusions that the enactment of the directive has put an end to the phenomenon of the social dumping, but reality is far from this picture. Quoting an eminent scholar, the Court of Justice’s sentences- also known as the Laval Quartet- hold in evidence that "the strains to which the current regulatory framework for posting of workers is subject, in a context of divergent social and employment conditions among Member States and acute sensitivity about the perceived risks of social dumping and unfair competition" and secondly that "that the reach of the EU law extends to collective labour disputes". Based on the assumptions that, the EC has presented at least two bills aiming at improving the enforcement of the Directive 96/71 and, also at clarifying the operated collective rights "within the context of the freedom of establishment and the freedom to provide services". The present study has historically followed the path which led, firstly, to the enactment of the law, and, secondly, to the presentation of the eligible proposals. Moreover, an important section of this work intends to analyze the juridical framework concerning the rules about the transnational provision of services. Primarily, the paper focuses on the basic issues which emerged in over twenty years from the judgment as known as Rush Portuguesa, and then it examined the divergent EC’s proposals in order to verify their capability to face the manifested problems
distacco transnazionale
Il distacco transnazionale dei lavoratori / Galletti, Marco. - (2013 Jan 31).
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